Le numerose immagini della Natività rappresentano alcuni fra i più suggestivi racconti figurati della storia dell’arte e della cronaca del costume. L’artista, con la consueta diligenza del cronista e dell’educatore, descrive nei minimi particolari i gesti che concretizzano in rituale il bagno al neonato.
Particolare attenzione viene in genere posta al gesto di una donna che versa nella bacinella dell’acqua calda, mentre un’altra ne verifica con cura, immergendovi la mano, la giusta temperatura. Un folto stuolo di ancelle affaccendate partecipa al rito. Una donna appare talora intenta a scaldare l’asciugamano al fuoco, un’altra porge con solerzia l’asciugamano, a significare che il bambino deve essere immediatamente asciugato con un telo alla giusta temperatura. Un’altra inserviente, con altrettanta premura, predispone le fasce che dovranno subito volgere il bambino.
Questo, da parte dell’artista, è un attento modo di descrivere gli eventi ma, anche, di promuovere cultura intorno a questo importante atto. È suggestivo come l’artista curi in modo particolare anche l’arredamento della stanza e la presenza di stoffe dipinte di vario colore, verosimilmente un invito a rispettare il dettato della scuola salernitana che sottolineava la rilevanza, per le prime esperienze del bambino, del contatto visivo con i colori che ne stimolano la capacità percettiva. Detta stimolazione oggi viene a mancare perché sempre più di frequente si nasce nelle fredde stanze di un luogo di ricovero…
Spesso viene rappresentato anche l’atto di abluzione delle mani della madre, ancora allettata, nel momento in cui viene servito il pranzo. Tale atto si pone già fra il rituale atto di purificazione, e l’igienico. Il bagno del neonato viene sovente abbinato al pranzo della madre a sottolineare l’importanza del suo nutrimento nel momento in cui si accinge all’allattamento.
La rappresentazione artistica ha richiamato l’attenzione per il bagno del bambino come fulcro centrale, a promuovere la cultura della prevenzione. L’iconografia artistica non ha mancato di segnalare la cronaca di incidenti accorsi a bambini dopo aver fatto il bagno. Venivano anche richiamati alcuni aspetti preventivi che dovevano essere attentamente osservati. Sul piano religioso e magico, il bagno e il lavacro hanno sempre avuto particolari significati rituali, talora senza alcun rapporto con l’igiene della persona. Il bagno del bambino e il lavacro delle mani della puerpera dovevano viceversa rispondere, fin dalle origini, a presupposti igienici.
Maestro dell’Osservanza (prima metà XV secolo) – Natività della Vergine, Museo di Palazzo Corboli, Asciana, Siena.
In primo piano un’ancella scalda al fuoco il telo che avvolgerà il bambino dopo il bagno. Un’inserviente è intenta al lavacro delle mani della madre. Un’altra ancella, sullo sfondo, sto arrivando sollecitamente con l’abbondante cibo. Seduta in primo piano, sul cassone, la fedele “guarda donna”, che ha il compito di assistere la puerpera e ricevere le ospiti in visita. Solo una ricca presenza femminile può infatti gestire il luogo della nascita.