Abbiamo intervistato la Dottoressa Stefania Fanfani, Responsabile di Laboratorio, socia e titolare dell’Istituto Fanfani.
Perché è importante la diagnostica di laboratorio?
La diagnostica di laboratorio ha una storia lunga e affascinante che si è evoluta nel corso dei secoli. Le prime forme di diagnosi di laboratorio risalgono all’ antichità quando si faceva affidamento su osservazioni empiriche o segni fisici per valutare la salute dei pazienti. Ha avuto poi la sua evoluzione con la rivoluzione scientifica grazie ai progressi fatti nella chimica e nella microscopia fino ad arrivare nel XX secolo, con l’introduzione dei computer, che ha reso possibile l’automazione e la standardizzazione dei test di laboratorio. Il nostro laboratorio stesso, nato negli anni ’50, ha visto l’evoluzione sorprendente di metodi sempre più sofisticati fino ad arrivare ad oggi con un laboratorio totalmente rinnovato e all’avanguardia.
La diagnostica di laboratorio è una branca della medicina che si concentra sull’analisi di campioni biologici che valutano malattie del sangue, lo stato di salute degli organi, la presenza di infezioni o malattie metaboliche. Fornisce rapidamente elementi utili a definire e monitorare le condizioni del paziente, utili nella diagnosi.
Mette il medico nella condizione di sapere subito lo stato di salute dell’organismo.
Certo. Fornisce al medico importanti informazioni sullo stato di salute dell’organismo e solitamente in modo immediato e completo. Ed è uno strumento utile anche per fare prevenzione, fondamentale per ridurre l’incidenza delle malattie. Quando si parla di prevenzione occorre parlare di quella primaria, finalizzata alla messa in atto di quelle azioni che mirano a prevenire l’insorgenza di una malattia e questa avviene attraverso la promozione di stili di vita sani e comportamenti salutari come lo svolgimento di attività fisica, una dieta equilibrata, oltre che la promozione della salute emotiva. Alla prevenzione primaria segue quella secondaria che mira all’ intercettazione di eventuali patologie ancora silenti: per questo ci vengono in aiuto i check up sangue che mirano ad una valutazione generale dello stato di salute.
Come dev’essere il rapporto col paziente?
Nell’ assistenza sanitaria di alta qualità la cura del rapporto con il paziente è un elemento fondamentale. Nostro padre ci ricordava sempre: “Il paziente è al centro, bisogna conoscere i suoi bisogni, sia quelli espressi ma soprattutto quelli non espressi” e noi e i nostri collaboratori abbiamo ereditato questa attenzione che rivolgiamo a coloro che si rivolgono alla nostra struttura. Entrare nella psiche del paziente, rispettandolo, mostrandogli empatia, accogliendo le sue preoccupazioni, curando la comunicazione, chiara e trasparente, e l’ascolto. Un rapporto positivo e solidale tra il medico e il paziente è essenziale per garantire un’assistenza efficace.
Un consiglio di benessere e salute?
La salute è influenzata da una combinazione di fattori fisici, emotivi e sociali. È importante adottare un approccio olistico al benessere, che mette in relazione buone abitudini alimentari, la cura del proprio corpo ma anche la conservazione del proprio benessere emotivo attraverso anche relazioni sociali soddisfacenti. La psiche, nell’ insorgenza delle malattie, gioca infatti un ruolo decisivo nel mantenimento dello stato di salute.