Giovanni Centini, specialista in Ostetricia e Ginecologia, è Professore di Diagnosi Prenatale presso l’Università di Siena ed ha diretto, per oltre 30 anni, la sezione di Diagnosi Prenatale del Santa Maria della Scala. È autore di oltre 200 pubblicazioni nazionali ed internazionali e coautore di 5 volumi di ecografia in ostetricia e ginecologia.
Quando è raccomandata una consulenza prenatale e in cosa consiste?
Prima di intraprendere il percorso di una gravidanza è indicato eseguire una consulenza prenatale per essere in grado di affrontare una gestazione consapevole. Il colloquio iniziale riguarda la storia delle famiglie dei futuri genitori e il loro stile di vita, per individuare eventuali patologie ereditarie e fornire loro gli strumenti utili per un corretto approccio alla procreazione.
A questo si aggiungono alcuni esami ematici per verificare lo stato anticorpale nei confronti di alcune malattie infettive come il toxoplasma od il citomegalovirus che possono inficiare il decorso della gravidanza ed un controllo ecografico rivolto allo studio dei genitali interni. Il tutto si conclude con la prescrizione dell’acido folico per la prevenzione della spida bifida fetale o altri integratori se necessari. È il momento in cui la coppia può affrontare e sviscerare tutte le problematiche o le ansie che spesso si presentano al momento della decisione di fare un figlio.
Parlando di diagnosi prenatale, quali sono gli esami consigliati?
L’ecografia rappresenta oramai un presidio strumentale indispensabile per valutare la fisiologica crescita del feto ed escludere o purtroppo sospettare eventuali anomalie strutturali. Abitualmente, durante una gravidanza fisiologica, sono tre i controlli previsti per il monitoraggio, da effettuare nei tre trimestri.
Il primo controllo può essere effettuato in epoca precoce, durante la 6°-7° settimana, per verificare la presenza in utero della camera gestazionale, la presenza dell’embrione, l’osservazione dell’attività cardiaca. Successivamente intorno alla 10°-11° settimana si può effettuare la datazione della gravidanza. Il primo controllo è fondamentale per parlare dello stile di vita in gravidanza e per affrontare, per le coppie che lo desiderano, il tema della diagnostica delle anomalie genetiche, come la sindrome di Down.
A questo scopo uno dei test più conosciuti ed offerto da anni nella nostra Regione è il Test combinato che prevede un prelievo di sangue per dosare alcuni ormoni ed un esame ecografico intorno alla 12° settimana di gravidanza finalizzato alla misurazione della translucenza nucale. È possibile ottenere informazioni corrette sull’esame del DNA fetale che offre allo stato attuale la più alta attendibilità nel campo delle tecniche non invasive.
Nel secondo trimestre, l’esame ecografico detto ecografia morfologica, si effettua alla 20°-22° settimana ed è rivolto all’accrescimento fetale e al rilevamento di eventuali anomalie strutturali del migliore a questo scopo.
L’esame ecografico del terzo trimestre viene effettuato tra la 30° e la 32° settimana ed è finalizzato principalmente al corretto sviluppo del prodotto del concepimento, alla presentazione fetale, alla valutazione della quantità di liquido amniotico ed anche all’esclusione di alcune patologie a sviluppo tardivo, tra le quali quelle renali ed intestinali.
In questo percorso diagnostico, che ruolo ha l’ecografia tridimensionale?
L’eco in 3D/4D riveste un ruolo molto importante in ginecologia per lo studio delle malformazioni uterine che rappresentano circa il 7% nella popolazione generale. In ostetricia si usa sia il 3D ovvero la rappresentazione statica dell’immagine che il 4D ovvero l’immagine in movimento (quarta dimensione il tempo). L’eco 3D/4D offre una capacità diagnostica più accurata in alcune specifiche patologie.
Questo esame ha anche l’effetto di aumentare, nei genitori, il rapporto affettivo verso il feto, perché la possibilità di “vedere” il corpo nel primo trimestre e, successivamente, il volto del proprio bambino, rende concreto ciò che con l’ecografia bidimensionale si ottiene solo con la fantasia. Inoltre, con il 3D/4D, anche il partner maschile diviene più consapevole del mistero che cresce nell’addome della futura mamma. Per ottenere tutto questo è consigliabile eseguire il l’ecografia tridimensionale non oltre la 29° settimana.